Le lesioni muscolari sono tra gli eventi traumatici più frequenti nella pratica sportiva agonistica e amatoriale(tra il 10 ed il 30% di tutti i traumi da sport).

Non è facile considerare una classificazione univoca delle lesioni muscolari, poiché vi sono doversi criteri che devono essere presi in considerazione.

CLASSIFICAZIONE DELLE LESIONI MUSCOLARI
Lesioni muscolari da trauma diretto:implicano l’esistenza di una forza agente direttamente dall’esterno (Contusioni ecc.).
Lesioni muscolari da trauma indiretto: chiamano in causa forze lesive intrinseche, che si sviluppano nell’ambito del muscolo stesso o dell’apparato locomotore.

CLASSIFICAZIONE DELLE LESIONI DA TRAUMA DIRETTO
1. lesione muscolare di grado lieve: è consentita oltre la metà dello spettro di movimento;
2. lesione muscolare di grado moderato: è concessa meno della metà, ma più di 1/3 dello spettro di movimento;
3. lesione muscolare di grado severo: è permesso uno spettro di movimento inferiore ad 1/3.

2. CLASSIFICAZIONE DELLE LESIONI DA TRAUMA INDIRETTO:

1. Contrattura.
Si manifesta con dolore muscolare che insorge quasi sempre a distanza dall’attività sportiva, con una latenza variabile (dopo qualche ora o il giorno dopo), mal localizzato e in assenza di lesioni anatomiche evidenziabili macroscopicamente o al microscopio ottico (criterio anatomo patologico).

2. Stiramento.
È sempre conseguenza di un episodio doloroso acuto, insorto durante l’attività sportiva, il più delle volte ben localizzato, per cui il soggetto e costretto ad interrompere l’attività, pur non comportando necessariamente un’impotenza funzionale immediata, e del quale conserva un preciso ricordo anamnestico (criteri anamnestico e sintomatologico). La conseguenza sul piano clinico è rappresentata dall’ipertono del muscolo, accompagnato da dolore.

3. Strappo.
Si manifesta con dolore acuto, violento che compare durante l’attività sportiva, attribuibile alla lacerazione di un numero variabile di fibre muscolari. Lo strappo muscolare è sempre accompagnato da uno stravaso ematico, più o meno evidente a seconda dell’entità e della localizzazione della lesione e dall’integrità o meno delle fasce. La distinzione in gradi viene riferita alla quantità di tessuto muscolare lacerato (criterio anatomo-patologico) e comprende:

strappo di I grado: lacerazione di poche miofibrille all’interno di un fascio muscolare, ma non dell’intero fascio;
strappo di Il grado: lacerazione di uno o più fasci muscolari, che coinvolge meno dei 3/4 della superficie di sezione anatomica del muscolo in quel punto;
strappo di III grado: rottura muscolare, che coinvolge più dei 3/4 della superficie di sezione anatomica del muscolo in quel punto e che può essere distinta in parziale (lacerazione imponente, ma incompleta della sezione del muscolo) o totale (lacerazione dell’intero ventre muscolare).

RIABILITAZIONE DELLE LESIONI MUSCOLARI

Il trattamento riabilitativo dell’atleta infortunato ha lo scopo di:

1) limitare le conseguenze dell’azione lesiva sui tessuti interessati dal trauma.
2) prevenire i danni futuri.
3) restituire il più rapidamente possibile l’atleta alle competizioni nel rispetto dei tempi di guarigione biologica.

FASE INIZIALE
Lo scopo in prima fase è  di limitare e circoscrivere il danno tessutale e combattere il dolore.
Sul dolore si deve agire immediatamente diremmo quasi contemporaneamente al trauma con:
a) infiltrazioni locali anestetiche (procaina, marcaina o simili)
b) crioterapia (ghiaccio, compresse fredde, anestetici di superficie)
c) postura corretta
d) elettro-terapia antalgica (badando o non provocare contrazioni muscolari); ionoforesi con sostanze analgesiche, antiflogistiche, antiaggreganti e fibrinolitiche.
Il trattamento sul dolore deve influire anche sulla contrattura muscolare e quando tale fenomeno è particolarmente marcato si utilizzano le tecniche manuali di rilassamento muscolare.
In questa fase iniziale, è importante tener presente che non sempre l’entità del dolore è sintomo di gravità della lesione.

FASE RIPARATIVA
a) ESERCIZI GRADUALI DI ALLUNGAMENTO prima passivi e poi attivi.
b) TECAR TERAPIA e LASERTERAPIA per migliorare il micro-circolo e stimolare i processi riparativi.
c)TERAPIA MANUALE E MASSOTERAPIA: dapprima distanti dal focolaio e successivamente anche sulla cicatrice.
d)CONTRAZIONI  CONCENTRICHE A BASSA SOGLIA DI ATTIVAZIONE.

IL RECUPERO FUNZIONALE
A cicatrice formata ed a stabilità articolare acquisita inizia la fase di recupero funzionale  che si propone di:

  • RICOSTRUIRE IL TROFISMO MUSCOLARE
  • RECUPERARE LA FORZA MUSCOLARE
  • RIPROGRAMMARE LO SCHEMA MOTORIO

Insegnare al paziente esercizi comprendenti CONTRAZIONI ECCENTRICHE può aiutare l’atleta a prevenire ulteriori ricadute.

Presso Sinergy Casalmaggiore, troverai personale preparato a seguirti lungo tutto il percorso riabilitativo!

Buona lettura a tutti!

DIEGO MARUTTI

DOTT. IN FISIOTERAPIA

DOTT. IN SCIENZE MOTORIE

OSTEOPATA D.O.